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Tachifene 16 compresse riv 500 mg + 150 mg
Paracetamolo/ibuprofene
Che cos’è e a che cosa serveTachifene contiene paracetamolo e ibuprofene.
Il paracetamolo...
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Dettagli Tachifene 16 compresse riv 500 mg + 150 mg
Tachifene 500 mg/150 mg compresse rivestite con film
Paracetamolo/ibuprofene
Che cos’è e a che cosa serve
Tachifene contiene paracetamolo e ibuprofene.
Il paracetamolo agisce bloccando il percorso dei messaggi di dolore diretti al cervello. Agisce anche nel ridurre la febbre.
L'ibuprofene appartiene a una classe di medicinali chiamati farmaci antinfiammatori non steroidei (o FANS).
Allevia il dolore e riduce l'infiammazione (gonfiore, arrossamento o dolore).
Tachifene viene utilizzato per il trattamento temporaneo del dolore associato a:
• cefalea;
• emicrania;
• mal di schiena;
• dolori mestruali;
• mal di denti;
• dolori muscolari;
• sintomi influenzali e da raffreddamento;
• mal di gola;
• febbre.
Se ha qualsiasi dubbio su questo medicinale, si rivolga al medico o al farmacista.
Si rivolga al medico se non si sente meglio o se si sente peggio dopo 3 giorni.
Cosa deve sapere prima di prendere il medicinale
Non prenda Tachifene:
- se è allergico al paracetamolo e all'ibuprofene o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale (elencati al paragrafo 6);
- se manifesta (o ha manifestato in passato) sanguinamento dall'intestino, feci collose e nere o diarrea con presenza di sangue;
- se è affetto da ulcera peptica (ad es. ulcera gastrica o duodenale), se ne è stato affetto di recente o in passato;
- con altri medicinali contenenti paracetamolo o ibuprofene;
- se beve regolarmente grandi quantità di alcool;
- se è affetto da insufficienza cardiaca, insufficienza epatica o insufficienza renale gravi;
- se è affetto da sanguinamento cerebrovascolare o altro sanguinamento attivo;
- se è affetto da disturbi della produzione del sangue;
- se manifesta asma, orticaria o reazioni di tipo allergico dopo aver assunto acido acetilsalicilico o altri FANS;
- negli ultimi tre mesi di gravidanza.
Principi attivi
Ogni compressa contiene 500 mg di paracetamolo e 150 mg di ibuprofene. Eccipiente con effetti noti: Ogni compressa contiene 3,81 mg di lattosio monoidrato Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Eccipienti
Amido di mais Amido di mais pregelatinizzato Cellulosa microcristallina Croscarmellosa sodica Magnesio stearato Talco Bianco Opadry OY–LS–58900 contenente: • HPMC 2910/Ipromellosa 15cP (E464) • Lattosio monoidrato • Titanio diossido (E171) • Macrogol/PEG 4000 • Sodio citrato diidrato (E331)
Posologia
Posologia Da utilizzare esclusivamente per via orale e nel breve periodo Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della dose minima efficace per la durata di trattamento più breve possibile necessaria per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4). Il paziente deve consultare il medico se i sintomi persistono o peggiorano dopo 3 giorni di trattamento. Adulti La dose normalmente raccomandata è di 1 o 2 compresse ogni 6 ore, a seconda delle necessità, fino a un massimo di 6 compresse nelle 24 ore. Bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni Questo prodotto non è raccomandato per bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni. Anziani Non sono necessarie specifiche modifiche del dosaggio (vedere paragrafo 4.4). Gli anziani sono maggiormente a rischio per conseguenze più gravi alle reazioni avverse. Se l’uso di un antinfiammatorio non steroideo (FANS) è considerato necessario, si deve utilizzare la dose minima efficace per la durata più breve possibile di trattamento. Durante la terapia a base di FANS, il paziente deve essere monitorato regolarmente per verificare l’eventuale presenza di sanguinamento gastrointestinale. Pazienti con compromissione della funzionalità renale/epatica Non sono necessari aggiustamenti specifici del dosaggio (vedere paragrafo 4.4). Modo di somministrazione Si raccomanda di assumere il prodotto ai pasti o subito dopo i pasti con un bicchiere d’acqua.
Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non si ha esperienza sull’uso di questo medicinale nelle donne in gravidanza. Sono state segnalate anomalie congenite in associazione alla somministrazione di FANS, sebbene non si hanno evidenze in merito a effetti avversi derivanti dal trattamento con paracetamolo in gravidanza. Questo prodotto è controindicato nel terzo trimestre di gravidanza, in particolare negli ultimi giorni prima della data prevista per il parto. Inoltre non si dispone di un’esperienza sufficiente in merito alla sicurezza d’uso dell’ibuprofene nelle donne in gravidanza. Pertanto questo medicinale non dovrebbe essere utilizzato nei primi 6 mesi di gravidanza, a meno che i potenziali benefici per la paziente siano superiori agli eventuali rischi per il feto, ed è controindicato negli ultimi tre mesi di gravidanza (vedere paragrafo 4.3). Allattamento Il paracetamolo è escreto nel latte materno ma in quantità non clinicamente significative e i dati pubblicati non indicano controindicazioni per l’allattamento. L’ibuprofene e i suoi metaboliti possono passare nel latte materno in quantità molto ridotte. Non sono noti effetti nocivi sui lattanti. Alla luce delle evidenze sopra indicate, non è necessario interrompere l’allattamento in caso di trattamento a breve termine alla dose raccomandata di questo medicinale. Fertilità L’uso del prodotto può compromettere la fertilità femminile e non è raccomandato per le donne che desiderano concepire. Nelle donne che hanno difficoltà di concepimento o sottoposte ad accertamenti sull’infertilità deve essere presa in considerazione la sospensione dell’uso del prodotto.
Conservazione
Conservare a temperatura inferiore a 30° C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Avvertenze e precauzioni
Con ibuprofene sono stati segnalati segni di una reazione allergica a questo medicinale, inclusi problemi respiratori, gonfiore della regione del viso e del collo (angioedema) e dolore al petto. Interrompa immediatamente Tachifene e contatti immediatamente il medico o il servizio di emergenza sanitaria se nota uno di questi segni.
Si rivolga al medico o al farmacista prima di prendere Tachifene.
I farmaci antinfiammatori/antidolorifici come ibuprofene possono essere associati a un modesto aumento del rischio di attacco cardiaco o ictus, specialmente se somministrati in dosi elevate. Non superare la dose raccomandata o la durata del trattamento.
Deve discutere la terapia con il medico o farmacista prima di prendere Tachifene se ha:
- problemi cardiaci inclusi attacco cardiaco, angina (dolore al petto) o se ha precedenti di attacco cardiaco, intervento di bypass coronarico, malattia arteriosa periferica (scarsa circolazione alle gambe o ai piedi dovuta a restringimento oppure ostruzione delle arterie) oppure qualunque tipo di ictus (incluso "mini-ictus" o "TIA", attacco ischemico transitorio);
- pressione alta, diabete, colesterolo alto, storia familiare di malattia cardiaca o ictus, oppure se è un fumatore.
Faccia particolare attenzione con Tachifene
Reazioni cutanee
In associazione al trattamento con
Smetta di usare Tachifene e contatti immediatamente il medico se nota uno qualsiasi dei sintomi correlati a queste reazioni cutanee gravi descritte nel paragrafo 4.
Informi il medico o il farmacista:
• se è affetto da malattie epatiche, epatite, malattie renali o difficoltà nell'urinare;
• se abusa di alcool o fa uso di droghe;
• se è allergico ad altri medicinali contenenti acido acetilsalicilico, ad altri FANS o a qualsiasi altra sostanza elencata alla fine di questo foglio;
• se è in gravidanza o intende iniziare una gravidanza;
• se sta allattando al seno o prevede di allattare al seno;
• se prevede di sottoporsi a un intervento chirurgico;
• se è affetto o è stato affetto da altre patologie, tra cui:
- bruciore di stomaco, indigestione, ulcera gastrica o qualsiasi altro problema allo stomaco;
- vomito con sangue o sanguinamento dall'intestino;
- reazioni cutanee gravi, come la sindrome di Stevens-Johnson;
- asma;
- problemi alla vista;
- tendenza al sanguinamento o altri problemi del sangue;
- problemi intestinali, quali colite ulcerosa o morbo di Crohn;
- gonfiore delle caviglie o dei piedi;
- diarrea;
- difetti genetici o di natura acquisita di alcuni enzimi che si manifestano con complicanze neurologiche, problemi alla pelle o occasionalmente entrambi (ad es. porfiria);
- vaiolo;
- malattie autoimmuni, come il lupus eritematoso;
• ha un'infezione - vedere paragrafo "Infezioni" di seguito.
Infezioni
Tachifene può nascondere i sintomi di infezioni quali febbre e dolore. È pertanto possibile che Tachifene possa ritardare un trattamento adeguato dell'infezione, cosa che potrebbe aumentare il rischio di complicanze. Ciò è stato osservato nella polmonite causata da batteri e nelle infezioni cutanee batteriche correlate alla varicella. Se prende questo medicinale mentre ha un'infezione e i sintomi dell'infezione persistono o peggiorano, si rivolga immediatamente al medico.
Durante il trattamento con Tachifene, informi immediatamente il medico se:
Se soffre di malattie gravi, tra cui compromissione renale grave o sepsi (quando i batteri e le loro tossine circolano nel sangue causando danni agli organi) o di malnutrizione, alcolismo cronico o se sta assumendo anche flucloxacillina (un antibiotico). Nei pazienti in queste situazioni è stata segnalata una grave condizione chiamata acidosi metabolica (un'anomalia del sangue e dei fluidi) quando il paracetamolo è usato a dosi regolari per un periodo prolungato o quando il paracetamolo è assunto in associazione a flucloxacillina. I sintomi dell'acidosi metabolica possono includere: gravi difficoltà respiratorie con respirazione rapida profonda, sonnolenza, nausea e vomito.
Non beva alcolici mentre assume questo medicinale. La combinazione di alcool e Tachifene può provocare danni al fegato.
Il prodotto appartiene ad una classe di medicinali (FANS) che può compromettere la fertilità nelle donne.
Questo effetto è reversibile con la sospensione del medicinale.
Bambini e adolescenti
Questo prodotto non è raccomandato nei bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni.
Interazioni
Per il paracetamolo sono state rilevate le seguenti interazioni con altri medicinali: • farmaci anticoagulanti (warfarin) – può essere necessaria una riduzione del dosaggio se il paracetamolo e gli anticoagulanti vengono assunti per un periodo di tempo prolungato. • l’assorbimento del paracetamolo è incrementato dalle sostanze che favoriscono lo svuotamento gastrico, ad esempio la metoclopramide. • l’assorbimento del paracetamolo è ridotto dalle sostanze che riducono lo svuotamento gastrico, ad esempio la propantelina, gli antidepressivi con proprietà anticolinergiche e gli analgesici narcotici. • il paracetamolo può aumentare le concentrazioni plasmatiche di cloramfenicolo. • il rischio di tossicità del paracetamolo può essere maggiore nei pazienti che assumono altri farmaci potenzialmente epatotossici o gli induttori degli enzimi microsomiali epatici, come l’alcool o gli anticonvulsivanti. • la somministrazione concomitante di probenecid può influire sull’escrezione del paracetamolo e alterarne le concentrazioni plasmatiche. • la colestiramina riduce l’assorbimento del paracetamolo se viene somministrata entro 1 ora dalla sua assunzione. • nei pazienti sottoposti a trattamento con isoniazide in monoterapia o con altri farmaci per la tubercolosi è stata segnalata epatotossicità grave a dosi terapeutiche o con sovradosaggi moderati di paracetamolo. • dopo l’uso di paracetamolo in un paziente che assumeva zidovudina e cotrimossazolo si è verificata epatotossicità grave. Per l’ibuprofene sono state rilevate le seguenti interazioni con altri medicinali: • anticoagulanti, compreso il warfarin: l’ibuprofene interferisce con la stabilità dell’INR e può aumentare il rischio di sanguinamento grave e in alcuni casi di emorragia fatale, in particolare a carico del tratto gastrointestinale. I pazienti che assumono warfarin possono assumere ibuprofene soltanto se assolutamente necessario e sotto stretto monitoraggio. • l’ibuprofene può ridurre la clearance renale e aumentare la concentrazione plasmatica del litio. • l’ibuprofene può ridurre l’effetto antipertensivo degli ACE–inibitori, dei beta–bloccanti e dei diuretici e causare natriuresi e iperkaliemia nei pazienti sottoposti a questi trattamenti. • l’ibuprofene riduce la clearance del metotrexato. • l’ibuprofene può aumentare i livelli plasmatici di glicosidi cardiaci. • l’ibuprofene può aumentare il rischio di sanguinamento gastrointestinale, in particolare se assunto con corticosteroidi. • l’ibuprofene può prolungare il tempo di sanguinamento nei pazienti trattati con zidovudina. • l’ibuprofene può anche interagire con il probenecid, i medicinali antidiabetici e la fenitoina. • l’ibuprofene può anche interagire con il tacrolimus, la ciclosporina, le sulfaniluree e gli antibiotici chinolonici. Acido acetilsalicilico La somministrazione concomitante di ibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti indesiderati. Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Sebbene vi siano incertezze riguardanti l’estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l’uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi. Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1). Questo prodotto può interferire con alcuni medicinali, tra cui: • warfarin, un medicinale utilizzato per la prevenzione dei coaguli ematici; • medicinali per il trattamento dell’epilessia o degli attacchi convulsivi; • cloramfenicolo, un antibiotico utilizzato per il trattamento delle infezioni dell’occhio e dell’orecchio; • probenecid, un medicinale utilizzato per il trattamento della gotta; • zidovudina, un medicinale utilizzato per il trattamento dell’HIV (il virus che causa l’AIDS); • medicinali utilizzati per il trattamento della tubercolosi, come l’isoniazide; • acido acetilsalicilico, salicilati o altri FANS; • medicinali per il trattamento dell’ipertensione o di altre patologie cardiache; • diuretici, anche noti come pillole dell’acqua; • litio, un medicinale utilizzato per il trattamento di alcune tipologie di depressione; • metotrexato, un medicinale utilizzato per il trattamento dell’artrite e di alcuni tipi di cancro; • corticosteroidi, come il prednisone e cortisone. I medicinali sopra indicati potrebbero influire sull’azione corretta di questo medicinale o potrebbero subirne l’influenza.
Effetti indesiderati
Gli studi clinici svolti su Tachifene non hanno individuato effetti indesiderati diversi da quelli noti per il paracetamolo o l’ibuprofene in monoterapia. Le reazioni avverse sono state classificate per frequenza ricorrendo alla seguente convenzione: 1. Molto Comune (≥1/10); 2. Comune (≥1/100,
Sovradosaggio
Sintomi Paracetamolo: A seguito di sovradosaggio di paracetamolo possono verificarsi lesioni epatiche e anche insufficienza epatica. I sintomi del sovradosaggio di paracetamolo nelle prime 24 ore includono pallore, nausea, vomito, anoressia e dolore addominale. Il danno epatico può manifestarsi tra 12 e 48 ore dopo l’assunzione. Possono verificarsi anche anomalie del metabolismo del glucosio e acidosi metabolica. In caso di avvelenamento grave, l’insufficienza epatica può progredire in encefalopatia, coma e morte. L’insufficienza renale acuta con necrosi tubulare acuta può svilupparsi in assenza di un danno epatico grave. Sono state segnalate aritmie cardiache. È possibile il verificarsi di danno epatico in adulti che hanno assunto quantità pari o superiori a 10 g di paracetamolo, a causa dell’eccesso di un metabolita tossico. Ibuprofene I sintomi comprendono nausea, dolore addominale, vomito, capogiri, convulsioni e, raramente, perdita di coscienza. Le manifestazioni cliniche che possono derivare dal sovradosaggio di ibuprofene sono depressione del sistema nervoso centrale e dell’apparato respiratorio. Trattamento Paracetamolo: Il trattamento tempestivo è essenziale nella gestione del sovradosaggio di paracetamolo anche in assenza di sintomi evidenti, a causa dei rischi di lesioni epatiche che possono manifestarsi anche ore o giorni dopo. È consigliato un trattamento medico immediato per tutti i pazienti che abbiano ingerito quantità pari o superiori a 7,5 g di paracetamolo nelle 4 ore precedenti. Deve essere presa in considerazione l’esecuzione di una lavanda gastrica. È necessario trattare il danno epatico al più presto e in modo specifico con un antidoto quale acetilcisteina (per endovena) o metionina (per via orale). L’acetilcisteina è più efficace se somministrata nelle 8 ore successive al sovradosaggio e l’effetto si riduce progressivamente tra le 8 e le 16 ore. In passato si riteneva che iniziare il trattamento oltre 15 ore dopo il sovradosaggio non fosse di alcun beneficio e che potesse incrementare il rischio di encefalopatia epatica. Tuttavia è stata dimostrata la sicurezza della somministrazione tardiva e gli studi svolti sui pazienti trattati fino a 36 ore dopo l’ingestione suggeriscono che è possibile ottenere risultati positivi anche oltre le 15 ore. Inoltre è stato dimostrato che la somministrazione endovenosa di acetilcisteina a pazienti che hanno già sviluppato insufficienza epatica fulminante ne riduce la morbilità e la mortalità. Deve essere somministrata per via endovenosa in 15 minuti una dose iniziale pari a 150 mg/kg di acetilcisteina in 200 ml di glucosio 5%, seguita da un’infusione endovenosa di 50 mg/kg in 500 ml di glucosio 5% in 4 ore e quindi da 100 mg/kg in 1 litro di glucosio 5% in 16 ore. Per i bambini è necessario modificare il volume dei liquidi somministrati per via endovenosa. La metionina viene somministrata per via orale in una dose pari a 2,5 g ogni 4 ore, fino a 10 g. Il trattamento con la metionina deve essere intrapreso entro 10 ore dall’ingestione del paracetamolo, altrimenti risulterà inefficace e potrebbe aggravare il danno epatico. Gli eventuali sintomi gravi potrebbero manifestarsi fino a 4 o 5 giorni dopo il sovradosaggio e i pazienti devono essere seguiti con attenzione per un periodo prolungato. Ibuprofene: In caso di sovradosaggio acuto, è necessario svuotare lo stomaco provocando il vomito o con una lavanda gastrica. Se è trascorsa più di un’ora dall’ingestione, è probabile che venga recuperata una quantità molto ridotta di farmaco. Dal momento che il prodotto è acido e viene escreto nelle urine, in teoria può essere di beneficio somministrare alcali e stimolare la diuresi. Oltre alle misure di supporto, l’utilizzo di carbone attivo per via orale può essere utile per ridurre l’assorbimento e il riassorbimento delle compresse di ibuprofene.
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